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Catturare l'attenzione non è tutto.
Specialmente nella comunicazione pubblicitaria catturare l'attenzione non è tutto
Importa come, quanto, perché, in che modo, per quanto tempo, radicando cosa, trasmettendo cosa, contribuendo ad ottenere quali specifici risultati, in chi, etc.
Tutti coloro i quali si interessano di comunicazione - specialmente quelli più scarsi - sanno che utilizzare alcuni specifici argomenti giova a catturare l'interesse di molti, richiamando in maniera semplice istinti, sentimenti, archetipi.
Oliviero Toscani ha usato anoressia, ostentazione, religione, morte, pedofilia, droga, malattia, razzismo, mutilazione, omosessualità, intimità, dolore, umiliazione, in un calderone a colori volto a shockare ed auto-avvalorare se stesso. Nessuno ricorda le aziende ed i prodotti delle pubblicità di Toscani. Tolto il brand Benetton - che ha investito miliardi di lire in pubblicità, per tempi lunghissimi (quale è il ruolo della creatività e quale quello dei soldi?) - nessuno ricorda l'oggetto delle comunicazioni in questione: che prodotto era?
Significa, probabilmente, che quelle pubblicità hanno catturato l'attenzione a livello intestinale, hanno prodotto shock, hanno comunicato qualcosa che è stato presto evaquato. Cosa è rimasto? È rimasta la parcella del pubblicitario ed il suo nome. Penso che Toscani sia stato estremamente bravo, ha fatto il proprio interesse, ha raccolto consenso, guadagnato fama, ed ottenuto un eccellente risultato personale. 
Altro? Non molto altro, ritengo.



Come si cattura interesse in maniera spiccia?
Non è affatto difficile. Facciamo qualche esempio: immaginate un manifesto con una foto estremamente ben fatta, il primo piano del volto di un uomo nero parzialmente coperto di sperma bianco. L'immagine cattura attenzione: c'è razzismo, sessismo, omosessualità, shock, sottomissione, immigrazione, colore, etc. Che sia la pubblicità - chessò - di un gel per capelli importa a nessuno. Quale sia la marca meno che mai.
Certo si può essere meno aggressivi di così ed ottenere comunque dei risultati simili, magari rimanendo più politicamente corretti. Stimolo nuovamente la vostra immaginazione ipotizzando un manifesto di questo genere: la punta di una scarpa elegante che dall'alto punta verso il basso, una blatta uccisa, le interiora esposte su un pavimento di qualità. In questo caso si punta sulla repulsione, sullo shock, sul passaparola e sul clamore, etc. Si possono pubblicizzare mattonelle o scarpe, il risultato non cambia: il prodotto è secondario.

Se queste meravigliose "idee" pubblicitarie sembrano abbastanza infami, volgari, superficiali ed inadatte a comunicare il senso di un prodotto, vi invito ad aprire riviste o guardare i manifesti per strada. Sono certo troverete comunicazioni altrettanto scadenti.
Esiste parecchia comunicazione pubblicitaria che a me pare sia di livello basso. Si usano spesso stereotipi facili, in maniera banale e poco creativa, fini a se stessi, ed in maniera poco efficace.









In alcuni casi non solo la parte creativa è latitante, ma anche quella tecnica. Ci sono risultati scadenti, ed altri persino peggiori.





Questa ultima immagine concerne la pubblicità di una azienda messinese che, a mio avviso, date le varie attività ludiche che svolge nella struttura, sembra voglia fare di tutto per farsi del male... avendo nel target bambini, donne, una ampia fascia di anziani.

Ci son casi in cui l'ironia, la sessualità e persino la volgarità possono essere usati bene, in maniera coerente con il prodotto, realizzando eccellenti campagne pubblicitarie. Tra queste ampia parte della comunicazione di Zappalà. Il tema è stato trattato qua.

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